LA MAI SPOON RIVER

venerdì 22 novembre 2013

Riflessioni su "La tristezza degli angeli" di Jon Kalman Stefansson.

Come già in Luce d'estate ed è subito notte, l'autore pone come tema di fondo quello della vita e della morte, perché viviamo? fa dire più volte ai personaggi nel suo raccontare. Dove vanno le risate, i pensieri, la personalità, le parole, le lacrime delle persone morte? Finiscono nel nulla più assoluto? Dove finiscono certe luci negli occhi dei bambini, così brillanti e vivide e limpide, dove finiscono i sorrisi delle ragazze, sulle labbra rosse e umide? Dove finisce l'intelligenza che strabilia, e l'amore, dove finisce l'amore? La vita delle persone a ben guardare è ben poca cosa, a volte è un percorso faticoso per compiere un dovere, come per Jens, il postino de La tristezza degli angeli, alto robusto possente, con la sua bella testa bionda e gli occhi azzurri come il ghiaccio, peccato per quel grosso naso, sarebbe stato proprio un bell'uomo. Jens che quando è al paese diventa un uomo debole, cede all'alcol e si lascia andare nella mollezza, nell'insensatezza. Non è più un uomo Jens quando è in paese, ma quando viaggia per portare la posta, allora si che dà il meglio di sé, soprattutto se il tempo è terribile e fa bufera e ti gela il corpo intero e avanzare contro il vento è una fatica immane, disumana, allora si che Jens diventa grande e un vero uomo, eroico, sfida le intemperie, sorretto da una virilità cieca, senza curarsi di morire e di lasciare soli i famigliari. Si tiene aggrappate le borse della posta e avanza, come un bisonte, come un essere disumano trasfigurato dal ghiaccio. Jens è il personaggio di un romanzo, tuttavia esistono persone così, che danno il meglio nelle situazioni più estreme, in guerra nelle catastrofi naturali, in situazioni di estremo pericolo dove la forza di resistere e procedere è fondamentale per rimanere in vita. Ci sono persone che diventano ubriaconi, fannulloni, incapaci perché non trovano un senso nella vita quotidiana, ma che in situazione di grave difficoltà si ergono sopra gli altri e sopravvivono e salvano e aiutano. Uomini che hanno un cuore grande come quello di un bue ma che rimane chiuso, privo di parole e di sorrisi.

Nessun commento:

Posta un commento